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Mercati in attesa di nuovi dati e delle manovre di politica monetaria

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28 May 2024

scritto da
Enrique Díaz-Álvarez

Chief Financial Risk Officer di Ebury

La settimana appena trascorsa è stata leggera dal punto di vista di notizie e sviluppi politici. I mercati valutari, così come i mercati obbligazionari e gli asset di rischio in generale, si sono mossi all’interno di intervalli piuttosto ristretti.

I
trend di mercato degli ultimi mesi continuano ad essere attuali. I mercati stanno posticipando il calendario dei tagli dei tassi d’interesse, in particolare quello degli Stati Uniti. Le economie di tutto il mondo registrano numeri generalmente positivi, ma l’inflazione rimane ostinatamente al di sopra degli obiettivi delle banche centrali, il che limita sempre più il calendario e la portata dei tagli dei tassi.

Questa settimana sarà soft come la precedente in termini di pubblicazione di dati e di notizie di politica monetaria. Un dato la cui importanza potrebbe essere sottovalutata dai mercati è quello relativo all’inflazione flash di maggio dell’Eurozona, in uscita giovedì. I dati sull’inflazione sono stati generalmente superiori alle attese nelle principali economie, segno che il rimbalzo dell’inflazione negli Stati Uniti è in realtà una tendenza mondiale piuttosto che un fattore interno. Qualsiasi sorpresa al rialzo si tradurrebbe in un ritardo significativo delle aspettative di tagli della BCE oltre a quello di giugno e potenzialmente farebbe salire l’euro.

EUR

Gli indici PMI di maggio sull’attività delle imprese sono risultati un po’ più deboli del previsto, ma rimangono coerenti con una crescita economica solida anche se non spettacolare, con un forte settore dei servizi che compensa la debolezza dell’attività industriale. Le comunicazioni della BCE hanno confermato che un taglio a giugno è certo, ma come altrove i mercati continuano a rimandare il calendario dei futuri tagli.

Gli operatori del settore non si aspettano più un secondo taglio completo dei tassi prima della metà dell’autunno e al momento sono previsti meno di due tagli per tutto il 2024. Ci concentriamo sul report flash sull’inflazione di maggio. Se dovessimo vedere il tipo di sorprese al rialzo che stiamo ricevendo altrove, ci aspettiamo che la valuta comune torni verso i livelli massimi del suo recente intervallo.

USD

Negli Stati Uniti i tassi continuano a salire, lentamente ma inesorabilmente, lungo tutta la curva. In assenza di dati fondamentali, la scorsa settimana sono state le comunicazioni da falco della Federal Reserve a favorire il rialzo. È difficile da credere ora, ma all’inizio dell’anno i mercati prezzavano più di sei rialzi di 25 punti base nel 2024, mentre l’ultima lettura è appena superiore a uno, con meno del 50% di possibilità di un taglio a settembre.

Tutto ruota intorno all’inflazione, e il fulcro della settimana sarà l’indice di inflazione delle spese per consumi personali (PCE) di Aprile, in uscita giovedì. Si tratta di un indice alternativo al precedente CPI, ma generalmente preferito dai funzionari della Fed. Gli economisti si aspettano ottimisticamente una lettura mensile più bassa rispetto all’IPC e un’eventuale delusione potrebbe indurre i mercati a considerare ulteriormente le prospettive di eventuali tagli nel 2024.

GBP

I dati sull’inflazione britannica di aprile sono stati gli ultimi a mostrare che la tendenza alla disinflazione del 2023 si è arrestata nella maggior parte delle zone. I dati fondamentali sono scesi al di sotto del 4% per effetto della base, ma il numero è stato molto più alto di quanto i mercati si aspettassero. L’inflazione dei servizi rimane ostinatamente alta, vicina al 6%, e gli operatori non si aspettano più un taglio dei tassi prima di settembre, secondo la stessa tendenza a ridurre i tagli in seguito che si osserva nella maggior parte delle economie avanzate.

L’annuncio delle elezioni del 4 luglio non ha avuto alcun effetto sui mercati, che si sono già abituati alla prospettiva di una vittoria schiacciante dei labor. Tassi più alti più a lungo e il tono generalmente positivo dei dati economici britannici continuano ad alimentare il rally della sterlina.

 

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